Giovanna Spolveri
Giovanna (jenni)
E' nata il 28 marzo 1944 a Diacceto, comune di Pelago, (FI) e vive a Scandicci.
Ha lavorato come infermiera psichiatrica e ha contribuito alla riforma sanitaria riguardo la legge 180 del 1978.
Ha partecipato con buon successo a numerosi concorsi letterari, pubblicando anche in diverse riviste.
Nel 2008 ha pubblicato “SUSSURRI” (Ed. Gruppo Albatros il Filo), la sua prima silloge poetica.
Ora, con “VIBRAZIONI” è alla sua seconda raccolta edita.
“Sussurri”
Prefazione
La raccolta di Giovanna Spolveri vive in una dimensione di grande interiorità.
La sua silloge si muove infatti nella dimensione della frammentarietà, in cui ogni attimo esiste solo per la sua immanenza, solo in quel pensiero che viene lasciato all’intimità dell’autrice.
È ovviamente un pensiero che sa attraversare il tempo e la materia, un pensiero che volge il suo sguardo al cielo, che tenta di raggiungere l’idea di Dio.
E proprio da qui, da queste riflessioni di base nascono le poesie di Sussurri, che iniziano il loro percorso interiore dalle pagine del diario dei ricordi.
La caratteristica principale di questa poesia è però la sua essenzialità: sono pochi, brevi tratti che raffigurano un mondo ricco di mille emozioni.
L’invisibile
L’invisibile ricordo passato,
fra i più quello amato,
un’egual voce,
antica nuova presente
ripete l’utile insistente.
E l’invisibile cielo celeste
che per fede speranza ed amor,
può vivere in ogni cuor,
di quel Dio invisibile, perfetto e buon.
La riflessione intima di Giovanna Spolveri si sposa spesso con una analisi della vita, della società e del mondo in cui ci troviamo a vivere.
Lontana dai toni duri della critica sociale, l’autrice ribadisce però la sua distanza da certi modi di vivere, da certe costanti che sembrano voler sovvertire l’ordine delle cose.
Per prima cosa ad esempio sottolinea la confusione che troppo spesso di ingenera tra forma e sostanza, su come la realtà può essere ben diversa da come appare.
Ed è necessario prestare una grande attenzione per non rischiare di finire a credere qualcosa che non è come sembra.
La rete
Sotto l’apparente bonarietà del reale,
posson nascondersi cose dolci e amare,
carenze o attitudini, fisiche e mentali,
sian esse leggere o forti,
benefiche o malefiche
che sol al fuoco vitale
si possan odiare o amare.
Contemporaneamente a questo e in qualche modo conseguentemente, Giovanna Spolveri spinge la sua ricerca a un tentativo di rifondazione del sé attraverso una interiorizzazione.
Questo sembra essere il messaggio principale racchiuso in alcuni di questi componimenti, nei quali è possibile leggere la volontà dell’autrice di interiorizzare il proprio processo di determinazione.
Bisogna costruire, è vero, se stessi, a partire da se stessi, ma costruire su solida roccia e non sulla sabbia.
Bisogna costruirsi forti, per evitare di frantumarsi e cedere al primo soffio di vento.
Non sabbia ma roccia
Duratura e forte roccia
e casa costruita su essa,
così per quei sentimenti,
basati su punti forti e consistenti,
anziché su fragili impianti,
come di rena o sabbia
che per un nulla sgretola crolla
che vento e tempesta spazza via
mentre roccia ben radicata
nessuna intemperie potrà portar via.
Dal punto di vista linguistico, la poesia di Giovanna Spolveri strizza l’occhio alla tradizione, tanto per temi quanto per modi.
Non di rado infatti l’autrice mescola alla sua scrittura stilemi classici, parole ricercate, che accompagnano rime baciate e allitterazioni.
Sembrano spesso queste composizioni piccole favole antiche, che richiamano alla memoria un tempo che magari ormai non c’è più, se non nello spazio dei sogni e della memoria.
Ecco quindi che la primavera che arriva viene preannunciata dalle rondini, che si librano nell’aria nella loro leggiadria e volano verso il sole che scalda tiepido le prime giornate di risveglio della natura.
Con le rondini
Con le rondini ed il loro cinguettare
i mattini d’estate stan per iniziare,
ed i voli cerchiati su nell’azzurro cielo,
sul giuoco levigati, agili voli,
che dal sorgere del sole
al suo tramontare,
in ogni dove il giocondo canto sa risuonare.
La poesia di Giovanna Spolveri nella sua ricercatezza formale, nella sua gradevolezza stilistica, sa essere un piacevole strumento di riflessione sul sé, sull’oggi e sulla necessità costante di rifondare dei sistemi di valori del tutto nuovi.
Flavia Weisghizzi
(Jenni) Giovanna Spolveri
È nata il 28 marzo del 1944 a Pelago di Diacceto (FI).Residente a Scandicci.
Ha lavorato come infermiera psichiatrica e ha contribuito alla riforma sanitaria riguardo la legge 180 del 1978.
Ha partecipato con buon successo a numerosi concorsi letterari, pubblicando anche in diverse riviste.
Sussurri è la sua prima raccolta edita.
Sembrava nevicare
Sulla strada frotte
di sciame bianco
arrivava dai pioppi
col vento caldo della
prima estate, mentre
camminavamo, fiocchi bianchi
come di neve ci rincorrevano
quasi che sembrava nevicare
come per giuoco, un
particolare quadro si
dipingeva davanti a noi.
Non invano
Di primo acchito
la fatica sembrava
esser stata vana,
che quell’interesse
fosse stato niente.
Bisognava solo aspettare la giusta occasione
per una valida dimensione.
Illusione
Illusione che prende e fa sognare
ed è illusione irreale,
impalpabile e sfuggente,
di chimera evanescente,
eppur il pensiero sa cullar dolcemente.
Ombra d’acacia
All’ombra d’acacia
mi son riposata
dopo il ripido cammino,
sotto il cocente sole estivo,
a verdi foglie d’acacia
ed alla brezza del venticello
montanino, ho sostato
giusto il tempo per riprender fiato,
per l’opra sospesa del mattino.
Raccolta di poesie
“Segni”
Segni
Sulla sabbia segni.
Calcati passi d’uomo,
leggere zampe di uccelli
e gabbiani che si alzano
in volo posandosi su acqua
di mare e poi nuovamente
librarsi su nel azzurro ciel.
E di sabbia castelli, contorte piste
ciambelle lasciate lì da breve
o soltanto il tempo di ieri.
Oggi altri moltiplicati segni
nel vasto universo, impronte
di grani terrestri.

Magica
Di poesia è magia
e del cuore il sentire
e del pensiero l’ideale
e del dare e ricevere,
del sentire e dire, che altro
di migliore vi sia! Poli attratti,
o opposti in sintonia fluiscono
di unica magica magia ed è poesia.
Parole e silenzi
Parole o silenzi capienza
di comprensioni a
dimensione di pace,
come girotondi di bimbi
che uniti da mani
e cuori, pure uomini
si avvolgono in un unico
girotondo
intorno al
mondo,
dal fragrante
profumo di pace,
dove disarmato
l’odio, guerra soggiace.
Voci
Sensazioni di voci,
ricordi di giovane allegria.
Viveva, allora, nell’antico castello,
il bel gruppo di giovani amici
e amiche, giusto lo spazio
del week-end, per il relax.
E d’inverno al caldo focolare,
si giocava a parlare,
quando l’aria riscaldava di fuoco
e di parole dalla labbra
sino al cuore, ma più pregnante
era nelle particolari festicciole.
Ed intanto arrivate le calde sere
estive, fuori al fresco palco
con la musica che risuonava
ilari si ballava, quando
le ore rischiaravan per l’allegra compagnia.
Mentre le migliori stagioni volavan via.
Adesso solo il lieto ricordo
rivive, ed i presenti
potran sapere mai di quei lieti momenti…
Oh, solo un lieve pensiero
nel castello aleggerà!
Primavera
Espande l’aria profumo,
odorosi fiori!
Nella mitezza campagnola
il canto cadenzato del cuculo
s’ode e si confonde ad altri volatili
annunziano, primavera è già…
Autunno
Primo, freddo autunno ed un sibilare
di vento, come di cavalloni
in alto mare.
Un tic, tac…
di frutti maturi e foglie e aghi secchi
da alberi cadere, ne fan mulinello
appoggiandosi per terra.
Ormai spoglia si fa l’estate,
più in letargo l’autunno ricreerà.

Giorno d’inverno
Nell’alba d’inverno
una scia di luce solare
sull’erba brina, nel
giuoco di sole che traspare, tra
stecchi d’alberi e d’intorno a più
brulle colline, sotto un cielo
sereno e terso si culla la
pianura, che troppo freddo e
breve è il giorno d’inverno.
Presto scende la sera…
Nuvoletta
Bianca nuvoletta che
esci dal camino spumeggiante.
Bianco il fumo,
di pan profumo.
Bottega così-detta Panfragrante.
Pasticcini
pane ciambelline che
il fornaio con cura prepara
ogni mattino a quel borgo
di confine cittadino
che ha gesta e sapore
di antica tradizione.
Alchimia
Dal fato destinato
era quel flash amoroso.
Colpo di fulmine a ciel sereno…
Così per corpi attratti da empatia
di fiamma che intensamente brucia
e amore brevemente dissolve.
Di contrario vi son corpuscoli
addensatisi in giorno oscurato
dal sole e che tuoni e vento e fulmini,
frastuoni disciolgono fiumi di lacrime
e poi ritorna di nuovo chiarore
e di ciascun è stato il tratto
di alchimica interiazione.
Canto alla libertà
Voglia di pace, amore, libertà,
voglia di giocare, lavorare
per l’utilità di cose nuove.
Novità di vita, o buona novella.
Così si augura, buona fortuna,
buona giornata, buon proseguimento.
Ecc. ecc. ecc. voglia di parità,
pace, fraternità, verso te stesso
ed il prossimo tuo vicino.
Pel bene comune, ove vi sia
un mondo migliore
sempre più fecondo d’amore.
Con più amore
La vita pur lunga sia
e sembri infinita è la dimensione
di un fiat. Anni disciolti da attimi
per cui è bene seguirne amor vitale,
senza dettaglio particolare,
che soltanto odio e male
bisogna depistare.
Amore non è taglio superficiale,
non artificio di parola,
ma essenza sostanziale,
ed i profondi lati van curati!
Per quel sentimento
sempre detto, amore.
Così come si è
Come fiore vellutato, profumato,
di bellezza sbocciato, che da opposta
essenza si è sviluppato, così
da tronco e spine, ruvido e gentile.
Così come è chi
libera la sua voce sia umana
creatura, animale o minuscol fiore.
Grazie alle stelle
Una coincidenza astrale era
quella da considerare,
che meteore natura, tempo, stelle
avevan dato alla luce, nuovo genio.
Grazie stelle e natura,
di felice unione!
All’universo doni segno divino.
Memoria
Mio bimbo impara
a quella scuola dove
l’istruzione diverrà memoria.
Nel terrestre
Cammino quotidiano ti
accompagnerà come dolce amica
a prevenir difficoltà e male e sarà
dell’intelletto tua soddisfazion reale.
Tsunami
Sempre qualcosa di nuovo
sotto il roseo cielo,
che bianco e nero non leva il sereno,
mentre meno buona
è stata quella parte del cielo
che il fato ha mostrato volto nero,
e molto bisogna fare e sfare
perché luce torni a brillare,
là, sotto il cielo dove il destino è stato
severo.
Dolce e amaro
Dentro il viver quotidiano
c’è sempre qualcosa di dolce o amaro,
il dipingersi incontrastato
di cose gradevoli o sgradevoli
diversificando la qualità
e la diversità di cose,
alla ricerca di una particolare
e giusta dimensione.
Ricordo
Il biglietto la candelina
un ricordo riaffiora
come pure tante candeline accese,
nell’arena gremita di gente
nella notte stellata
all’atmosfera magica
di bella musica e
adesso, come in tempi antichi
ai suoni melodiosi
e l’opera inizia e
la musica fa breccia
su ciascun cuore.
Entrare al canto
Di domenica mattina,
si arriva alla chiesa più vicina,
ed è già ora di messa,
il coro sta cantando,
con lodi e preghiere
si inneggia al Signore,
onorando il suo santo nome,
festeggiando il giorno di riposo,
rivolto a Dio nostro Signore
e Salvatore.
Macchinista
Macchinista che camminando vai,
fra te e te, con gente che or, ora
ha terminato di viaggiare,
schiamazza e ride,
tu fra di loro, passi assorto
non ascolti, non sorridi
lor con te han viaggiato
ed il tuo stress non han portato
solo il gusto del piacevole
viaggiare han assaporato.
Tu che sei di viaggio assolto
con qualche o nessun intoppo.
FRAMMENTI
Sparsi i frammenti
di cose vissute e vive
e nulla disperde.
Frammenti di giochi di bimbi
o di spensierata gioventù.
Frammenti di lavoro; fabbrica,
istituzioni, ruspe che scavano rena,
cemento, frammenti di mattoni
le costruzioni.
Frammenti, piccoli attici per bachi
da seta, ormai dimenticati.
Frammenti d’acqua, dove
il pescatore e le anitre aspettano
i pesciolini…
E frammenti d’odio o d’amore,
sono frammenti di attimi,
d’universo e d’infinito.
Triste melodia
Era la melodica musica
similare ad altri bei canti,
dei mitici anni
e quei giovini
di baldanze creativi,
sdrucciolando tra lavoro
e svago a parole sottili
poco badavano.
Soltanto al ritmo vitale
essi affiancavano; poiché
la storia avrebbe ridata
vera memoria, quando
quel canto intonava: “Ad Auschwitz
c’era la neve e il fumo saliva lento…”.
Un fumo però, di atroce sacrificio
e si alzava alto e forte
e forse ad altro cielo
a chieder perdono
dell’umano misfatto!
Ma potrà mai l’altro cielo
questo perdonare.
Mancanza
Parole mai dette
eppur utili erano;
inesattezza, pigrizia!
Bianchi spazi…,
di parole lasciate dietro.
Cantar maggio
Nel dì di maggio,
al crepuscolo serale,
i cantastorie sono al palco
a cantare e stornelli e
storie han da raccontare
con grandi e piccini
fan il giro dei giardini,
con tono e lieta armonia, sino
a tardi tengono allegra la compagnia.
Indietro
Ritornare indietro
In quel vissuto reale
non vi è mai possibilità,
neppure un veloce replay;
quindi attenzione a ben fare
poiché non vi sia rimpianto!
Che attimo dopo attimo,
il presente è baleno, già passato,
lanciato un miglior futuro.
Parola
Espressione
incisione
e al di là,
al di qua
si muove
l’universo.
Lungo passo
Scritto il pensiero
e un lungo passo
nel tempo aveva fatto,
quel giovane che stava seduto
su uno scalino da terra a scrivere,
che di poesia si leggeva,
nella piazzetta, c’era musica,
poesie, quella sera.
La sua parlava
di affetti e veloce passaggio,
di idea scritta, il coronamento
d’intera esistenza;
un amore con l’altra metà,
poi genitore ed infine
nonno gioia per storie
ai nipotini raccontate.
Bramosia d’avventura o verità mista!
Mammole
Dove naturali fioriscono
folte mammole
e primule gialle c’è
un ruscello che scorre
giù a valle, segue
un ponticello in legno
verso casa contadina ora chiuso
da roccia e sterpaglie.
Ma altra strada spaziosa arriva
a quel rinnovato agriturismo
ove si gode l’esteso panorama,
il fresco bosco, pace naturale,
sino all’ultimo zig-zag
del rosso tramontare.
Causa
Ad ogni azione mossa gesto,
il moto conduttore è sempre,
causa ed effetto,
concausa del fatto!
Per banalità peggiore
qualcun ci può aver rimesso,
mentre per giustezza
e ponderazione qualcun altro,
s’è aggiudicato premio migliore.
Sbieco
L’orologio della piazza era
sbieco e di conseguenza
quelle lancette, lunghe e torte,
eppur le ombre
di quella notte erano cupe
e contorte e sfogo ai brutti sogni dare.
Ma si sa che i brutti o bei sogni
al suo risveglio, è sempre
nuovo altro giorno!
Fiori
Distesa di sfioriture per terra,
sotto gli alberi in Via dei Ciliegi,
che soltanto poco tempo fa era manto
di bianco campo.
Il posto han preso bacche e frutti,
ed anche i piccoli di uccellini
oramai pennuti tra i nidi
di alberi via son volati,
per l’attesa nuova stagione.