MARA FAGGIOLI

 

Mara Faggioli, 29/11/'15 nella Sala Consiliare del Comune di Scandicci - Un poeta prima del concerto - Centro dell'Arte Vito Frazzi

 

“MARA FAGGIOLI”

“FIORINO D’ORO” PER LA POESIA EDITA (2004)

  

“FIORINO D’ARGENTO” PER LA SCULTURA (2007) 

&

 “PREMIO DONNA CITTA’ DI SCANDICCI 2011”

  

Mara Faggioli è nata a Firenze.

Vive ed opera a Scandiccidividendo il suo tempo e la sua sensibilità artistica fra scultura, pittura e poesia. Le sue opere riescono a coinvolgere con incisività e nello stesso tempo con delicatezza e soavità di espressione, toccando spesso temi che fanno riferimento ai valori multiculturali, alla solidarietà ed alla fratellanza fra i popoli per affermare che l’arte deve saper parlare al cuore della gente.

E’ impegnata in attività no-profit in ambito culturale e sociale. Ha fatto parte di varie associazioni di volontariato scandiccesi e non, in particolare per l’affidamento familiare di minori.

Il Comitato del Premio Titano della Repubblica di S. Marino con il patrocinio dell’Interreligious and International Federation for World Peace le ha conferito il titolo di “Promotore di una cultura di pace”.

 

Ha pubblicato :  

-        “Dedicato a Lorenzo” – Ed. Helicon 2001

-        “Piuma Leggera”    – Ed.Masso delle Fate 2004    - vincitrice del   1° premio “Fiorino   d’Oro” al Premio Firenze -  Europa   e Premio “Città di Vienna”.

-        “ Dulcamara”      -       Ed. Ibiskos 2010 vincitrice del Premio Speciale “Mario Conti” al Premio Firenze-Europa e 1° premio Premio Letterario “La Tavolozza”.

Fa parte della Giuria di vari concorsi letterari.

Dal 2002 collabora con la rivista d’Arte “Pegaso”.

Ha partecipato al progetto di “Educazione alla lettura ed alla poesia” con gli studenti della scuola media.

Una sua poesia è stata scelta da Maurizio Costanzo e letta a RAI 1 nella trasmissione

“L’uomo della notte”.

Ha curato la prefazione alla commedia in vernacolo “Amleto i’ vinaio” di M. Recchia.

Si è classificata al 1° posto in numerosi concorsi letterari e nel 2003 è stata premiata presso la sede del Parlamento Europeo di Bruxelles per il “Grand Prix de Poésie”.

E’ inserita nel “Dizionario degli Autori Italiani del Secondo Novecento”, “Letteratura Italiana, Poesia e narrativa dal Secondo Novecento ad oggi”; “Donne in arte”, “Arte e Pensiero”, “Canzoniere d’amore”, “Atlante Letterario Italiano”, “Le donne:la storia, le storie”; “Poesia e Musica”; “Poeti e Poesie della Toscana”; “Scrivere”; “… questo calice amaro” ed in numerose antologie, riviste letterarie e d’arte.

 

Come scultrice e pittrice  ha partecipato a mostre personali e collettive in Italia ed all’estero.

Ha ricevuto il “Fiorino d’argento” per la scultura al Premio Firenze-Europa, il 1° premio alla 1° Ed. Concorso di Pittura e Scultura “Città di Montecatini”, 2° premio alla 2° Ed. Concorso “Città di Montecatini”; Il Premio Speciale dell’Assessorato alle Politiche Culturali al Concorso Internazionale “Artisti alla Ribalta”; Targa “Il Magnifico”; segnalazione di merito al Concorso “G.Gronchi”; segnalazione di merito al Concorso Piccolo Formato “La Tavolozza”.

Una sua opera di scultura è stata scelta dall’Istituto Scudi di San Martino quale simbolo per rappresentare l’Edizione del 2009 e andrà a far parte della raccolta dell’Istituto Scudi di San Martino che ogni anno premia persone distintesi in atti di generosità, altruismo e solidarietà umana.

Di particolare rilievo internazionale la Mostra itinerante del Comitato Promotore della Pietra Lavorata del Comune di Castel S. Niccolò “Omaggio a Francesco” allestita nella Cripta della Basilica di S. Croce a Firenze, nella Chiesa delle Stimmate a Roma, nella Basilica di S. Francesco ad Arezzo, al Santuario della Verna , al Palazzo Chigi di S. Quirico d’Orcia, alla Basilica di S. Francesco a Pisa, alla Basilica Superiore di S. Francesco ad Assisi, alla Chiesa di S. Andrea a Montevarchi ed alla Basilica di S. Francesco a Cracovia (Polonia)

Ha partecipato alla VIII Mostra d’Arte Contemporanea italo-franco- russa a Pantin (Parigi).

Sue sculture si trovano in collezioni private in Italia, Germania e Canada ed in permanenza presso i Comuni di Firenze, Montelupo F.no, Castel S. Niccolò, Greve in Chianti, Colonna (Roma) e presso la Basilica di S. Francesco ad Assisi.

L’intervista Ars Artis Gratia di Renzo Montagnoli a Mara Faggioli è pubblicata su:

http://armoniadelleparole.splinder.com/post/21249237/Ars+artis+gratia%3A+colloquio+co

 

tel. 339/3594145

e.mail: marafaggioli@hotmail.it

sito web: www-marafaggioli.it

 

 

 

 

 

IMMAGINI & …POESIA !

 

 

  

  Poesie:       Mara Faggioli

  Immagini:  Adolfo Straziati

 

 

       A piedi nudi

 

In questa sera che timida scolora

m’avvolge, come un manto,

la tristezza

e tu, amore mio,

sempre al mio fianco,

mi porgi la tua mano

e mi consoli, aspettando

di nuovo il mio sorriso.

 

Rovi pungenti

ho messo alla mia porta

prigioniera di sogni

a tinte forti.

 

A piedi nudi

dovrò adesso camminare

ma, prima ancora,

che spuntino ferite,

per rendermi più facile il cammino,

fra le tue braccia mi solleverai.

 

Regalami carezze tra le ciglia

per frantumare lacrime e pensieri,

in questa sera che timida scolora.

 

 

 

       Chissà se ci saranno

 

  

Chissà se ci saranno ancora giorni

profumati di spezie e di viole,

se più intrigante il tuo sguardo sarà

quando lieve si poserà su di me

inondando di gioia i miei pensieri.

 

Chissà se sarò capace di tenere

ancora stretta in pugno

un po’ di scolorita fantasia

per dar luce a quei giorni

tristi e senza sole

nascosti nelle pieghe della vita.

 

 

     Desiderio

 

 

Potessi conservare

il tuo sorriso

racchiuso in fondo

all’ultimo cassetto

e quando poi

la vita sarà amara

potertelo restituir

come un regalo.

 

Forse neppure i sogni

 

 

Forse neppure i sogni,

più lievi e più leggiadri,

nati nelle notti

palpitanti di stelle,

hanno ali

           così leggere

come il pensiero di te

che mi accompagna

e mi toglie

               il respiro.

 

      

            La rugiada

 

 

Se potesse la rugiada del mattino,

posatasi sui prati della vita,

placare la mia sete di sapere

sciogliendo i dubbi feroci

                                 della sera

pronti a sbranare il tempo

                                 delle stelle,

allora, altro io non chiederei

se non di diventare,

                             di quel prato,

fragile ed assetato filo d’erba.

 

 

...DI QUEL PRATO, FRAGILE ED ASSETATO FILO D'ERBA.
...DI QUEL PRATO, FRAGILE ED ASSETATO FILO D'ERBA.

 

    Ode al vino

 

…mentr’ella sola, piangeva dolendosi

dell’abbandono, l’abbracciò Bacco

e le porse soccorso…

(Ovidio, Le Metamorfosi)

 

 

 Ho coppe di cristallo, amore

e baci nascosti nelle tasche,

voglio inebriarmi

di vino e di passione

perdendomi nella luce

del tuo sguardo.

Mi hai fatto dono

di una veste nuova,

da te intessuta

con carezze e sogni,

la indosserò

sopra il mio corpo nudo                                      

e sarò un’arpa

sotto le tue dita.

Dolce Dioniso,

sarò la tua Arianna,

cospargimi di vino

e del tuo ardore,

sarà delirio, ebbrezza,

e rapimento, non far cessare

questo nostro oblìo.

Afferra il tempo

e stringilo nel pugno

perché l’incanto

non debba mai finire.                          

                                          

 

 

              Ottobre

 

Nell’aria umida di sogni

s’ode soltanto il respiro

                     del vento

e le farfalle innamorate

con ali nuove vestite

breve hanno il volo.

 

Tacciono gli uccelli

sui rami quasi spogli 

e nel riverbero del sole

lascian cadere le ultime

                          foglie

gli alberi stanchi.

 

  

Terra di Mesopotamia

 

Terra di Mesopotamia,

antica culla di prosperosa civiltà,

sotto la polvere dell’odio adesso sepolta,

più non si stagliano nel cielo

le fiere sagome delle palme,

soltanto lampi di fuoco

incendiano il rosso del tramonto

lungo le rive del Tigri

e di sangue ne tingono le acque.

 

Ma chi mai potrà cancellare la vergogna?

Cosa lasceremo ai nostri figli?

 

Semiramide è scomparsa, non riusciremo

a costruire un’altra Babilonia

di giardini pensili ornata

ma nuove pagine insanguinate

consegneremo alla Storia

lasciando ai posteri lo scempio

perpetrato all’alba del Terzo Millennio.

 

Niente   ha fermato il massacro.

 

Tutto     sembra   diventare inutile.

 

Resta   soltanto una cosa da fare:

  

             “ESTIRPARE

DALLA MENTE DELL’UOMO

   L’IDEA DELLA GUERRA”.

 

 

E’ un grande dono

 

 

E’ un grande dono

quell’armonia segreta

celata in frange

                 di rugiada

e brividi di luce,

cristalli di luna

               rovesciati

nell’iride dei tuoi occhi

capaci di guardare

oltre la penombra.

 

Ed è presagio di luce

        quest’amicizia

che a piene mani doni

senza ch’io abbia seminato

                             niente.

 

Si affievolisce, così,

la pena e il turbamento

se tu ci sei a tendermi

                     la mano.

 

 

 

 

Poesia dedicata a Don Andrè Jacques e a tutti coloro

che hanno contribuito per la realizzazione della scuola

elementare a Mandinga/Bula - Naku nella Rep. Dem.

del Congo

 

HACUNA MATATA (*)

 

Conosco uomini che percorrono

strade tortuose,

                         sospese

tra terra e cielo,

come equilibristi sulla corda tesa

camminano carezzando gli ostacoli.

La luce del sole, nei loro occhi,

racchiudono e nelle tenebre della notte,

in silenzio, tengono il cuore in mano.

Conosco uomini che sanno volare

                                         in alto

ben oltre le cime dei baobab,

non stringono in pugno diamanti

ma il loro nudo sorriso regalano al mondo

per dar luce alle aurore

                            di quest’oscuro millennio.

Ripetono un grido sommesso

di speranza soffuso, come tatuaggio

         nell’anima inciso:

 

     “HACUNA MATATA”

     “NON C’E’ PROBLEMA”

 

“Hacuna matata” è questo il tam-tam

che trasmettono al mondo,

è questa la loro bandiera,

vessillo iridato di pace e d’amore.

 

Ed è là, dove il sole all’orizzonte

                                         s’inchina

a baciare la terra africana

e la memoria sanguina e grida

lo strazio di un travaglio

che ha sconquassato la vita,

dove il vento culla il pianto dei bambini

dagli occhi immensi come la loro fame,

là, questi uomini hanno lasciato

il loro sorriso

                     scolpito nel sogno

                                   di un mondo migliore.

 

                                                                                     

(*) è il motto diffuso in gran parte dell’Africa, significa “non c’è problema”

 

 

Dedicata a Aung San Suu Kyi    Premio Nobel per la Pace 1991

                                                          

 

Portaci le tue schegge di vetro avvolte

                       nel grido d’innocenza

a lacerare la nostra pelle nuda

perché più vicino vogliamo

                                     il tuo respiro.

Donaci il sospiro della luna

nelle tue lunghe notti insonni

quando il tuo sguardo scompone

quest’orizzonte oscuro.

 

È grido straziante la tua parola muta

nel vento tra i capelli sbriciolata

disseminata nella polvere degli anni

disciolti come neve sotto al sole.

 

Non cedere adesso,

                              non fermarti,

ancora e sempre scompagina

il vortice della repressione

con la forza della tua resistenza.

Non cedere adesso,

                               non fermarti,

ora che la tua parola è diventata

                             musica e canto

ed è bagliore di luce

                               il tuo sguardo,

raggio di sole nelle tenebre

a illuminare questo cupo mondo.

 

“Namasté”, davanti a te, m’inchino.

 

  

 

 

A te, Arno,

fiume della mia infanzia

 

 

         Panta rei

 

Ancora tornerò sulle tue rive

dove la brezza è dolce sinfonia

e al sorgere del sole già s’inchina

scivolando sull’acqua una carezza.

 

Ancora guarderò quelle tue sponde

nel languido rossore del tramonto

avrai riflessi d’ambra tra le onde

sarai specchio di cielo innamorato.

 

Regalerai fremiti e sospiri

quando lieve il vento increspa l’onda

e tra le foglie tremule del salice

i baci della notte scioglierai.

 

E tutto scorre come le tue acque

che donano la vita per il mare

 

ancora tornerò lungo la riva

come facevo quando ero bambina

sopra la bicicletta di mio padre

che fischiettando lieto pedalava.

 

Guarderò le tue acque scorrer piano

nel complice silenzio e in armonia

e sentirò la mano di mio padre

posarsi ancora leggermente sulla mia.

 

 

  

 

Per nonna Eugenia

che ci ha lasciati all’età di 99 anni

 

 

Stasera,

     nell’ora in cui il giorno

depone la sua veste stanca

e, pigra, la luna

nel cielo si adagia,

violenta, la nostalgia di te

                         mi assale.

E la tua mano

             tra i capelli,

in amorevole carezza,

risento ancora

               come allora

quando alla sera,

stanca di giochi

e corse sopra i prati,

mi addormentavo

                 appagata

dal tuo trepido bacio

             sulla fronte.

Ancora mi appari

tra quelle amate zolle,

lungo il pendìo assolato

                di giaggioli,

tu così esile,

                  tu così forte,

profumata di terra e di pane

a spargere,

               per noi,

il seme della vita.